Anime Nere

ANIME NERE

Un noir mozzafiato, esploso dal ventre della Locride, gravido di segreti malcelati. Anime nere traccia la parabola esistenziale di tre giovani figli dell'Aspromonte che, bramosi di conquistare una vita diversa da quella ricevuta in dote, intraprendono un cammino fuori dalle regole. Danno e subiscono violenza, in un crescendo febbrile che dilagherà sempre più lontano: dal nord Italia all'Europa. I personaggi, Luciano, Luigi e la voce narrante, percorrono sino in fondo il sentiero di sangue da loro stessi tracciato. Sono contigui alla 'ndrangheta. E cattivi. Ma alla loro cattiveria hanno contribuito in tanti. La distinzione fra il bene e il male è però netta, impietosa, anche se nella loro vita, oltre alla violenza e al dolore, c'è una realtà inaspettata, fatta di affetti, amore, arcaicità. E c'è il mondo modernissimo di Milano, dei traffici, della corruzione. Sulla loro strada incontrano trafficanti di droga, terroristi arabi, imprenditori, politici, in una commistione che riflette il volto impresentabile della Nazione.

Il libro ha ispirato l'omonimo film di Francesco Munzi in concorso alla 71° mostra del cinema di Venezia


ZefiraZEFIRA

Chi sono i buoni? A leggere i dossier, custoditi nell’archivio segreto del commissariato di Zefira, c’è da restare di sasso. I ruoli si ribaltano e prende forma quella zona d’ombra che sta intorno, e sopra, la ‘ndrangheta. Il vero sistema di potere, che tiene in pugno la Calabria, emerge in tutta la sua dimensione; escono dal buio i volti dei presunti eroi, strateghi di tragiche trame. Ogni morte e ogni fatto nascondono una realtà diversa da quella che appare, perché a quelle latitudini nulla è come sembra. A percorrere i viali di Zefira, colmi di sole e d’oleandri, si avverte il peso di un destino nero forgiato da una stirpe antica che incombe sull’intera città. Ma fuori dal cimitero, dopo l’ultimo agguato, si apprende con sorpresa che a Zefira, comunque, la vita ha sempre il sopravvento. Un sindaco assassinato, un vecchio soldato nazista vissuto in Aspromonte e un latitante mafioso porteranno il commissario Luca Rustici a un passo dalla verità. O forse lo porteranno solo davanti a una scelta.

 


American Taste

AMERICAN TASTE

I boschi e l’oceano, la palude e le metropoli. Dall’Aspromonte all’Atlantico, dal Vietnam a New York, ogni luogo può condurre all’inferno. O alla prigione di Fleury Merogis. Uomini della ‘ndrangheta, terroristi dell’ETA e trafficanti arabi si alleano in una guerra globale contro il potere di una holding internazionale del lusso. Destini lontani s’incrociano e scoprono la radice del male che li ha resi carnefici e vittime. Cinque detenuti fuggono dall’incubo che li sovrasta e dal puzzo della galera, decisi a regolare i conti con il passato. American Taste è il racconto lucido e disarmante dei legami profondi e controversi fra il crimine organizzato e gli affari puliti. Dove nessuno è senza peccato.

Descrizioni tratte dal sito dell'editore http://www.rubbettinoeditore.it 

 

 


Il saltozoppoIL SALTOZOPPO

Le piane dell’Allaro sono un giardino delle meraviglie, la terra è rossa e grassa, la grande azienda agricola dà impiego all’intero paese e le stagioni si inseguono tra le sfide a saltozoppo dei bambini, il lavoro dei padri e la festa del santo patrono. Crescono così, in quel “composto di razze diverse costrette a vivere in un fazzoletto di argilla”, Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime. Crescono e si legano fra loro, come se fosse possibile per un Dominici e per una Therrime essere amici e poi amarsi. Solo i bambini possono crederlo, solo le donne.
I Therrime, che conquistarono l’Aspromonte al seguito degli Aragonesi, e i Dominici, che su quei monti videro nascere i propri avi, non sono destinati a condividere la terra. E infatti il passato ritorna puntuale con violenza, spazzando via con il suo vento nero famiglie intere, spingendo gli uomini a uccidersi in faide senza fine e le donne a fuggire al Nord con i figli.
Quel vento, tuttavia, per quanto forte, non può spezzare il filo di seta che lega Agnese al suo uomo. A Milano i due giovani sembrano finalmente liberi di amarsi, anche se i conti non sono ancora chiusi, non possono chiudersi. Il mostro che abita Julien è tutt’altro che sopito, si muove come un lupo seguendo sentieri di vendetta e giustizia immutati nei secoli, che lo conducono a incrociare inaspettatamente la via della Triade. Attraverso il destino di Agnese, di Julien, di Alberto e del cinese Tin, attraverso le loro stesse voci, le antiche storie dei popoli guerrieri dell’Aspromonte si intrecciano alle regole altrettanto antiche e feroci dei figli del Drago.
Ma c’è una regola ancora più antica, che solo le donne conoscono: il loro racconto è l’unico antidoto in grado di cambiare le storie degli uomini.
Dopo Anime nere, il suo sorprendente romanzo d’esordio, Gioacchino Criaco torna a raccontare una favola nera. Dove la vendetta è diritto di natura e il seme dell’odio coincide con il destino. “La Calabria è una terra strana, sospesa tra passato e presente. La sua lingua non contiene il futuro dei verbi, il domani è affidato al destino.”

Descrizione e immagine tratta dal sito dell'editore http://www.feltrinellieditore.it


L'agenda ritrovataL'AGENDA RITROVATA

Un filo resistente lega gli uni agli altri i racconti di questa antologia: un’agenda rossa. Si affaccia dalla pagina declinata in diversi modi, una volta ha i fogli strappati, un’altra è gonfia di biglietti di teatro, ma sempre intende ricordare quella appartenuta a Paolo Borsellino – che conteneva appunti, nomi e forse rivelazioni sulla strage di Capaci, scomparsa immediatamente dopo l’attentato mafioso del 19 luglio 1992 e mai più riapparsa. Sette autori, ciascuno con la propria storia, la propria sensibilità e la propria voce, riattualizzano con altrettanti racconti inediti, scritti appositamente per L’agenda ritrovata, il nucleo dell’impegno di Paolo Borsellino e gli interrogativi ancora aperti a venticinque anni dalla strage di via D’Amelio – la verità negata, il bisogno di giustizia, la sottrazione indebita, il mancato ritrovamento, la resistenza della politica… Ci riescono senza il bisogno della cronaca dei fatti: ci riescono inventando storie. “Uno scrittore che fa il suo dovere,” sottolinea Marco Balzano nell’introduzione, “è prima di tutto uno scrittore che scrive bene e che sa consegnare agli altri una storia. Volevamo un libro vivo, completamente calato nell’oggi, senza ulteriori mitizzazioni, senza altre ipocrite santificazioni, che sono servite soltanto a collocare in un olimpo inaccessibile chi apparteneva alla collettività e solo per questa si è sacrificato. La letteratura, invece, quando è letteratura, compie sempre un’operazione di avvicinamento”. Gioacchino Criaco è coautore con il racconto "La memoria del lupo". Info tratte dal sito dell'editore http://www.feltrinellieditore.it

Il racconto la memoria del lupoIl racconto di Gioacchino Criaco LA MEMORIA DEL LUPO (ebook)

La squadra del generale Virgilio Luzi pensava di aver rinchiuso per sempre in carcere Enzo Borra. Ma quando l’uomo ammazza il generale lasciandosi riprendere dalle telecamere affinché le sue intenzioni siano chiare, per i restanti sette membri ha inizio un incubo. Separati, inviati sotto copertura, ricollocati all’estero: nell’arco di venticinque anni vengo uccisi, uno dopo l’altro finché non resta che Giovanni. Che decide di non aspettare la morte, ma andare a cercarla nel luogo da cui sia lui che Borra provengono: l’Aspromonte.

  

 Descrizioni e immagini tratte dal sito dell'editore http://www.feltrinellieditore.it


La maligredi
LA MALIGREDI

Esiste una generazione di calabresi cresciuta fra cunti, miracoli di santi e dèi. A quei tempi il furto era vergogna, il sopruso arroganza e nelle rughe di Africo insegnavano a non frequentare i peggiori. E la mafia, che c’era stata, che c’era, vedeva restringersi rancorosa il proprio spazio. A quei tempi cresce Nicola, e con lui gli amici Filippo e Antonio, compagni di avventure. Ragazzini che vanno a scuola, o, meglio, che marinandola si avvicinano alla piccola criminalità. Ma l’arrivo improvviso di Papula, un ragazzo più grande, che lavora in Germania e torna in paese parlando di rivoluzione, solleva un vento nuovo per tutto l’Aspromonte e fa sognare gli uomini, le donne e i ragazzini. E allora a San Luca prende a pulsare la protesta operaia e Platì diviene la patria del cooperativismo contadino. È il Sessantotto aspromontano – in pochi lo conoscono, ma c’è stato. Fa nascere la speranza di fondare un mondo nuovo, di ottenere diritti: i poveri scoprono di aver bocca e idee; le donne trovano il coraggio di scioperare contro gli gnuri; i figli si rivoltano contro i padri, i fratelli contro i fratelli. E poi tutti, insieme, contro i compari. Lo stato, invece, si mette dalla parte del potere locale, dei malandrini, di coloro che, per mantenere i propri privilegi, sono pronti ad azzannare al collo i migliori. È così che nell’Aspromonte arriva la maligredi, ossia la brama del lupo quando entra in un recinto e, invece di mangiarsi la pecora che gli serve per sfamarsi, le scanna tutte. E, quando arriva, racconta Criaco, “la maligredi spacca i paesi, le famiglie, fa dei fratelli tanti Caini, è peggio del terremoto e le case che atterra non c’è mastro buono che sa ricostruirle”.

Info tratte dal sito dell'editore http://www.feltrinellieditore.it

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