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I 100 anni della Grande Guerra di Andrea Morabito

Il 2018 è stato l'anno cento dalla fine della I Guerra Mondiale. Comunemente nota come Grande Guerra; ed effettivamente grande lo fu, a cominciare dal conto finale delle vittime che furono quasi 10 milioni, con un numero esorbitante di mutilati. A cento anni di distanza dare una cifra esatta delle vittime, rimane difficile, infatti variano a seconda dei vari studi degli storici. Alcuni, fanno rientrare tra le vittime anche i civili e quelle causate dall'epidemia chiamata "spagnola" che tra il 1917 e il 1918 fece strage in tutta Europa; il numero in questo computo è semplicemente mostruoso circa 26 milioni. Ma se ci limitiamo a contabilizzare ( termine improprio, ma non so usare altro termine per rendere l'idea) solo le perdite militari, abbiamo la cifra detta sopra. A scendere nel particolare, considerando le perdite totali per schieramento, abbiamo gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano e altri alleati) 4 milioni, e 6 milioni gli eserciti dell'Intesa. Il paese che ebbe il più alto numero di caduti fu la Russia con oltre 2 milioni seguita dalla Germania con perdite quasi simili. L'Italia, ebbe un numero molto minore ma non per questo meno importante, si attesta a 651mila morti e oltre 1 milione di feriti; la battaglia più sanguinosa per le truppe italiane è stata l'undicesima battaglia dell'Isonzo del 1917 dove perirono oltre 166mila soldati. Se questi dati li trasformiamo in termini di percentuale, in rapporto col numero di abitanti della nazione belligerante, notiamo che la Serbia è la nazione più colpita con 8% dei suoi abitanti caduti al fronte. Seguono Francia e Impero Ottomano con il 3.5%. L'Italia è al disotto del 2%.

san_leo_africo.jpgE così, il detto S. Leo nacque nel quinto secolo, a Bova, da genitori onesti e pieni di virtù, che lo educarono nel timore del Signore, onde ancora bambino mostrò i segni della sua santità, rifuggendo i giochi ed i divertimenti infantili, frequentando la Chiesa dall'infanzia, e così, vero imitatore di Basilio, non conobbe altra via se non quella che conduceva alla Chiesa, e quella che portava alla scuola, per apprendere la dottrina. Ancora fanciullo, era assiduo nei digiuni, e spesso con quello che era di più saporito nei suoi cibi ristorava i poveri; assisteva le messe del Sacrificio, nelle quali impiegava il tempo che poteva, ed è straordinario con quale compassione, modestia, silenzio e devozione visitasse le Chiese, non voltando mai il viso dagli altari e dalle immagini. Pregava molto spesso, e , immobile per molte ore, dedicava i giorni e le notti a Dio. Inoltre, aveva caro passare spesso le intere notti insonni, per dedicarsi a Dio e godere dei suoi colloqui. Perciò gli accadde di pensare di entrare nella Religione appena compiuta l'infanzia; dopo che il Padre e la madre lo seppero, ci preoccuparono di dissuaderlo, ma il Santo giovane, sapendo che un discepolo di Cristo deve abbandonare il Padre , la madre e tutto ciò che gli appartiene al mondo per seguire Cristo, ancora giovane negli anni, ma provetto nello spirito, non tenne in conto i blandimenti dei genitori, disse addio al mondo, e fuggendolo, convolò alla Religione di Basilio quando aveva appena raggiunto i dodici anni.

Aspromonte il film di Calopresti al cinema dal 21 novembre

Finalmente arriva al cinema il film di Mimmo Calopresti: ASPROMONTE La terra degli ultimi. Il Film, ispirato dal romanzo di Pietro Criaco “Via dall’Aspromonte” (Rubbettino Editore), è distribuito da Italian International Film con Rai Cinema con il contributo della Regione Calabria e Calabria Film Commission. Scritto da Mimmo Calopresti con Monica Zapelli, con la collaborazione di Fulvio Lucisano è interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi e con la partecipazione di Sergio Rubini. Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell'Aspromonte calabrese, alla fine degli anni '50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l'opera. Giulia, la nuova maestra elementare, viene dal Nord, e vuole insegnare l'italiano "se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere".

Premio letterario città di Como a Pietro Criaco

Premio letterario "Città di Como". Grande successo per il Premio internazionale "Città di Como", giunto alla VI edizione. Nel Salone d'onore di Villa Olmo (Como) in Via Cantoni sono stati annunciati i vincitori. Su 2700 partecipanti a questa edizione, uno dei vincitori nella sezione "Narrativa edita" è lo scrittore africese Pietro Criaco 1° classificato con il suo libro "Via dall'aspromonte" edito da Rubbettino. Ambientato ad Africo negli anni '50, sperduto paesino dell'Aspromonte, dove gli abitanti decidono di unirsi per costruire una strada che li salvi all'isolamento. Complimenti a Pietro.

Angelo Gligora

Antica platea ritrovata della chiesa di Africo

Nel giugno 2018 avevamo pubblicato questo documento con una traduzione breve e piuttosto approssimativa. Oggi, grazie alle costanti ricerche di Andrea Morabito, pubblichiamo il testo integrale della traduzione. La platea rappresenta un documento inventariale dei possedimenti della chiesa San Nicola di Africo redatto dal Parroco. Lo scritto può essere collocato, con tutta probabilità, in un arco temporale che va dall'anno 1500 al 1700. L'immagine allegata rappresenta solo la prima pagina dell'intera traduzione che riporta, tra l'altro, l'anno 1722.

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